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Mentre vi sfondate con pranzi, grigliate e picnic di ferragosto, noi ci prepariamo ad accogliervi e depurarvi....



Vi ricordiamo anche il successivo e ultimo appuntamento del calendario 2022, perfetto per affrontare le feste con una marcia in più



vi aspettiamo!!!

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R&L

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Oggi voglio parlare di un problema che sta diventando sempre più drammatico e urgente ma ciò nonostante è spesso poco considerato, in parte per scarsa conoscenza, in parte per rassegnazione, in parte per superficialità. Mi riferisco agli xenobiotici o interferenti/distruttori endocrini, termini intercambiabili che sottolineano il danno biologico di queste sostanze principalmente sull’apparato ormonale.


Gli interferenti o distruttori endocrini (EDC Endocrine Disrupting Chemicals) sono sostanze chimiche, talora naturali ma per lo più artificiali, che modificano la sintesi, i livelli circolanti o l’azione periferica degli ormoni.

Si stima che ci siano almeno 1000 sostanze chimiche con azione ormonosimile, che comprendono ad esempio pesticidi e fungicidi, quali l’acetacloro e l’amitriolo, ftalati, presenti in vari contenitori plastici, benzofenone, utilizzato come schermo solare nei cosmetici, l’esaclorobenzene con azione cancerogena, ritardanti di fiamma e DDT, che alterano lo sviluppo del cervello fetale, il fertilizzante perclorato. La lista è infinita e comprende praticamente quasi tutto ciò che l’industria sforna in continuazione.


L’ingresso nell’organismo avviene principalmente per ingestione ma in parte anche per via inalatoria e transcutanea. La maggior parte di queste molecole sono lipofile e si bioaccumulano nel tessuto adiposo, rimanendo nell’organismo per tempi molto lunghi.

È molto difficile avere un’idea precisa dell’impatto reale degli EDC, sia per via del periodo di latenza prolungato e soggettivo, per cui gli effetti avversi possono manifestarsi in tarda età, sia perché possono essere estremamente vari e difficilmente ricollegabili. C’è anche da considerare una variabilità che si ricollega al periodo di esposizione: il feto in via di formazione e il neonato sono ovviamente i più vulnerabili e quelli nei quali gli effetti si manifesteranno in modo più drammatico, sebbene anche in questo caso non sempre facile da riconoscere.


Come agiscono gli EDC?


L’interferenza può manifestarsi in vari modi, ma si può riassumere con l’alterazione dei normali livelli ormonali, che vengono aumentati o inibiti, oppure con blocchi o stimolazioni a livello dei recettori.

I meccanismi di interazione sono complessi e non sempre del tutto chiari; per esempio, una stimolazione prolungata dei recettori ormonali li può sottoregolare, portando a riduzione del loro numero o sensibilità e portando al fenomeno della inibizione da alte dosi, così che può succedere che basse dosi aumentino la risposta e alte dosi la riducano

.

I sistemi più frequentemente interessati dall’azione degli EDC sono quello degli ormoni sessuali, soprattutto estrogeni, e della tiroide.

L’interferenza con il metabolismo degli steroidi sessuali porta a patologie dello sviluppo e della fertilità, sterilità e tumori ormonodipendenti in entrambi i sessi. La pubertà precoce, la comparsa di ginecomastia negli adolescenti maschi, la riduzione del numero e della motilità degli spermatozoi sono solo alcuni esempi comuni di questa azione. L’incremento di patologie quali endometriosi, polipi uterini, fibromi, noduli al seno, ipertrofia prostatica benigna ma anche carcinomi uterini, mammari e prostatici è in buona parte riconducibile all’impatto di queste sostanze a livello di recettori ormonali.


Alcuni EDC invece hanno effetto obesogeno, alterando i segnali che regolano i processi metabolici, soprattutto se intervengono durante gli stadi precoci dello sviluppo fetale o nella vita neonatale. Insieme ai cambiamenti nelle abitudini alimentari e nello stile di vita, si pensa che una buona parte della responsabilità dell’epidemia di obesità infantile sia da ricondurre all’effetto epigenetico di queste sostanze in epoca prenatale.


Altri hanno un’azione selettiva sugli ormoni della tiroide, o perché intervengono sull’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide o per effetto diretto sui recettori ormonali della ghiandola.

In generale il risultato è un rallentamento della funzione, ma, a seconda della fase della vita in cui essi vengono ad interagire con l’organismo, oltre che della quantità e durata dell’esposizione, si manifesteranno diversi effetti.


Meccanismi d’azione al momento meno conosciuti sono gli effetti diretti sul genoma e quelli epigenetici, che durante la gravidanza e i primi anni di vita possono portare a disturbi dello sviluppo cognitivo, basso quoziente intellettivo, problemi comportamentali e sordità e che possono essere ereditati, creando patologie transgenerazionali. Negli adulti, favoriscono disordini autoimmuni, neoplasie, ipotiroidismo subclinico e clinico.


Come possiamo difenderci?


Come abbiamo visto, il momento decisamente più critico dell’interferenza endocrina è la gravidanza, soprattutto nei primi mesi, seguito immediatamente dal periodo neonatale. Per questo, soprattutto in questi momenti della vita andrebbe portata ai massimi livelli l’attenzione nei confronti di queste sostanze con alcuni accorgimenti minimi ma essenziali:


- Scegliere il più possibile alimenti coltivati in modo biologico/naturale

- Non conservare i cibi in recipienti di plastica o alluminio, specie se caldi, grassi o acidi.

- Non utilizzare pentole e padelle antiaderenti specie se con rivestimento non perfettamente integro. Investire in un paio di tegami al titanio ripaga certamente in termini di salute, per noi e per i nostri cari

- Utilizzare sempre la cappa aspirante durante la cottura

- Evitare le pellicole in alluminio, in plastica e le carte forno trattate (bianche)

- Evitare tutti i cibi industriali

- Evitare di bere l’acqua conservata in bottiglie di plastica. Le marche di acque minerali di migliore qualità sono disponibili anche nel vetro, oppure in molte città sono disponibili le casine dell’acqua alle quali ci si può rifornire con un piccolo abbonamento, oppure può valere la pena di considerare l’investimento di un depuratore domestico, sicuramente dall’impatto iniziale più oneroso ma che poi permette di svincolarsi per sempre dalla schiavitù dell’acquisto dell’acqua.

- Evitare insetticidi, piastrine antizanzare e simili e preferire vaporizzatori di oli essenziali (no agli incensi che liberano pericolosi fumi di benzene- anche quelli dichiarati come naturali!)

- Utilizzare per la pulizia di stoviglie e superfici detergenti privi di tensioattivi e altre sostanze chimiche: per quanto si risciacqui con cura, è inevitabile che rimangano dei residui. Ottimo per esempio l’aceto per le superfici di bagno e cucina.

- Una fonte importante di EDC è l’edilizia, tanto che l’inquinamento indoor è riconosciuto come peggiore di quello outdoor. Poiché in genere non è fattibile traslocare in una casa completamente realizzata in bioedilizia, è importante almeno ventilare molto gli ambienti anche in inverno, garantendo un buon ricambio d’aria. Molto utili sono alcune piante da appartamento con la capacità di assorbire e filtrare gli inquinanti, quali la Sanseveria, il Ficus benjamin, l’Aloe, la Dracena e tante altre.

- Attenzione a ciò che si utilizza per l’igiene personale e la cosmesi: la pelle è una superficie altrettanto assorbente quanto il tratto gastrointestinale, quindi non mettiamoci sopra nulla che non mangeremmo. Leggere attentamente le etichette riserva molte sorprese: in moltissimi cosmetici il primo ingrediente è paraffinum, ossia petrolio!

- Attenzione anche alle fibre tessili. Le microfibre e i tessuti sintetici rilasciano frammenti di plastica di piccolissime dimensioni, in grado di essere assorbiti per via percutanea. Se possibile, utilizzare solo fibre naturali a contatto diretto con la pelle. Cautela nei confronti di trattamenti antimacchia e impermeabilizzanti

- Per ciò che riguarda la tiroide, è importante una buona disponibilità di iodio: infatti, la sua omeostasi è meno alterata in presenza di una quantità di iodio sufficiente. In assenza di patologia può essere sufficiente l’uso di alghe alimentari, ma in caso di predisposizione o patologia va senz’altro consigliata un’integrazione a dosaggi più significativi

- Valutare con un terapeuta preparato l’opportunità di uno o più cicli di detossificazione fitoterapica o con integratori ad azione chelante. Vi ricordo che non vanno assolutamente eseguiti in gravidanza e in allattamento, ma sarebbero una buona idea come preparazione preventiva, così come aiuto all’organismo in momenti di surplus fisico o emozionale.

- Ultimo ma non per importanza, il digiuno nelle sue varie forme, inclusa la dieta mima digiuno (vegetale e con prodotti biologici a km zero) che proponiamo periodicamente, è un’ottima maniera di aiutare i nostri organi emuntori a ripulirci un po’ da quello che inevitabilmente la vita moderna ci fa accumulare.


Troppo complicato? Assolutamente no! Possiamo incominciare con qualche accorgimento per volta, che diventerà parte delle nostre abitudini, e poi aggiungerne altri gradualmente.


Come dice il saggio, ogni viaggio di mille miglia comincia con un piccolo passo.



Per approfondire consiglio:

Yilmaz B, Terekeci H, Sandal S, Kelestimur F. Endocrine disrupting chemicals: exposure, effects on human health, mechanism of action, models for testing and strategies for prevention. Rev Endocr Metab Disord. 2020 Mar;21(1):127-147.


Schug TT, Janesick A, Blumberg B, Heindel JJ. Endocrine disrupting chemicals and disease susceptibility. J Steroid Biochem Mol Biol. 2011;127(3-5):204-215.


Zoeller RT, Brown TR, Doan LL, et al. Endocrine-disrupting chemicals and public health protection: a statement of principles from The Endocrine Society. Endocrinology. 2012;153(9):4097-4110.


Darbre PD. Endocrine Disruptors and Obesity. Curr Obes Rep. 2017;6(1):18-27. doi:10.1007/s13679-017-0240-4



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Cari amici e care amiche,

oggi vi proponiamo un post scritto dalla dottoressa Manuela Delle Noci, un'amica e una bravissima endocrinologa. Ci piace condividerlo perché rispecchia in pieno e completa quello che sosteniamo nelle nostre pagine e illustra in modo brillante le conseguenze ormonali delle abitudini deleterie, che siano alimentari, sociali o emozionali.

Buona lettura e grazie a Manuela per averci permesso di postarlo qui.



La dopamina è una catecolamina prodotta prevalentemente nelle zone centrali e antiche del nostro cervello, in misura minore nel surrene. Le sue funzioni sono molteplici: vanno dalla coordinazione del movimento (il Parkinson ne è un esempio) alla regolazione del sistema nervoso autonomo, dalla ricerca di cibo e bevande alla sessualità, dalla regolazione della secrezione ipofisaria al sonno, dalla regolazione della motilità gastrointestinale alla memoria e, per l'appunto, la dopamina è la molecola chiave nel sistema di GRATIFICAZIONE , RICOMPENSA , CRAVING e CONDIZIONAMENTO .

Mangiare, bere, fare all'amore, accudire la prole, trovare un amico o imparare, praticare e ricordare un'arte o mestiere... tutto ciò che ci aiuta a sopravvivere, sia come entità singola sia come specie ci piace, ci gratifica e ci si ficca pure bene in mente, creando facilmente la memoria e la ripetizione del comportamento, utile oltre che piacevo


le.

Solo che finché l'uomo non aveva ingarbugliato tutto col 'progresso' avere un equilibrio era più facile e cadere in dipendenza più difficile, o perlomeno molto meno subdolo e pericoloso.

Attualmente imperano piaceri istantanei ed effimeri, pensiamo semplicemente al consumismo o ai 'social', che ben poco hanno a che fare sia con la sopravvivenza dell'individuo/specie sia con la ricerca della felicità, ma che ugualmente determinano risposte dopaminergiche, anche molto accentuate e seguite da down altrettanto marcati. Ora non vi starò a parlare di sociologia e problematiche legate al progresso industriale tecnologico informatico, anche perché è un bel casino, ci troviamo proprio nell'occhio del ciclone e, soprattutto, non è mia pertinenza.

Però da endocrinologo e nutrizionista vi spiego una cosa 'semplice semplice' collegata a tutto questo discorso qui della dopamina e delle dipendenze.

Un tempo brioche e schifezze iperconcentrate di calorie vuote non esistevano. Né esistevano pubblicità, brand, marketing, multinazionali, influencer ecc che ce le facevano desiderare oltremodo e in ogni modo. Né supermercati e distributori h24 e dappertutto .


Il massimo della artificiosità erano prodotti fermentati come pane e vino; parecchio dopo è stato 'scoperto' lo zucchero di canna, mentre lo zucchero bianco si è diffuso solo dopo il 1800.

Per trovare cibo, cibo vero, dovevi spaccarti il sedere, una bella fatica che oltre ai vari benefici metabolici aumentava i livelli di SEROTONINA in maniera graduale e fisiologica (i muscoli che faticano consumano glicogeno ma anche amminoacidi ramificati. I ramificati competono a livello della barriera ematoencefalica con il trasporto di triptofano e di conseguenza una loro riduzione nel sangue ad opera della captazione muscolare, aumenta il passaggio di triptofano nel cervello. Il triptofano è il precursore della serotonina)

Col movimento fisico aumentavano pure le ENDORFINE, per sopportare meglio fatica ed eventuali dolori.

Quindi al piacere della dopamina era spesso legata la serenità e il benessere della serotonina e delle endorfine da movimento fisico (e perché no, da paesaggi naturali incontaminati)



Inoltre se trovavi cibo, era cibo 'vero' sicuramente non una bomba insulina; e pure se era un bel fiorone maturo maturo, comunque ti eri fatto il mazzo tutto il giorno e quindi manco serviva l'insulina per far entrare zuccheri nel muscolo vuoto che se li prendeva di diritto attraverso diffusione per differenza di gradiente ematico.

Quindi trovavi il cibo vero, eri gratificato, facevi la GIUSTA dopamina (niente bombing di dopamina come col cibo spazzatura) che ti fissava nella memoria il piacere e cosa avevi fatto per ottenerlo, assieme avevi pure la serotonina e le endorfine e stavi rilassato, mentre l'insulina era comunque a bada, permettendo un giusto equilibrio della glicemia nelle ore successive, senza cali repentini dopo 2-3 h: quelle brusche discese di glucosio nel sangue che portano alla nuova ricerca di cibo e pure alla secrezione di cortisolo in eccesso per ristabilire la glicemia. E il CORTISOLO è pure NEMICO della SEROTONINA (il cortisolo aumenta la degradazione epatica del triptofano e di conseguenza ne riduce la disponibilità per il cervello che quindi non può fare serotonina; d'altronde se sei in condizioni difficili e aumenta il cortisolo per fartele superare stringendo i denti, mica puoi pure fare serotonina e stare sereno e rilassato... Mi pare giusto, no?)


Fatte queste premesse, potete adesso iniziare a capire almeno un po' cosa succede oggi: - Cibo spazzatura iper concentrato

- Contesto emotivo piacevole creato ad arte da chi vuol venderci qualcosa che facilmente crei abitudine e dipendenza


- Mega secrezione di dopamina, forte gratificazione e forte fissazione nella memoria emotiva del contesto, in modo da reiterarlo


- Ipersecrezione di insulina e conseguente ipersecrezione di serotonina con transitoria sensazione di pace, benessere e acquietamento, proprio da serotonina (l'insulina fa entrare gli aminoacidi ramificati nel muscolo abbassando la loro concentrazione ematica. Il triptofano rimasto in circolo senza la competizione dei ramificati entra più facilmente nel cervello... Un po' come quello che accade in seguito all'attività fisica ma amplificato e velocizzato dall'insulina e senza che il muscolo si sia svuotato di glicogeno)

NB: I picchi di dopamina e di serotonina determinano desensibilizzazione dei rispettivi recettori per cui occorreranno stimoli sempre maggiori per ottenere la stessa intensità di gratificazione


- Brusco calo di glicemia dovuto all'eccesso di insulina da carico glicemico importante e nuova ricerca di cibo


- Innalzamento del cortisolo per tamponare l'ipoglicemia e conseguente rapida riduzione della serotonina a opera del cortisolo stesso


IN BREVE TEMPO FINITA la sensazione di PACE SERENITÀ e BENESSERE: basterà un minimo per ricascare nell'intero meccanismo.

Una dipendenza vera e propria, che passa per le stesse vie dopaminergiche delle sostanze stupefacenti, di alcol e psicofarmaci, ma che è più subdola e velata perché ben camuffata dal fare comune, invogliata da logiche di mercato e sottovalutata un po' da tutti, pure da medici e addetti vari alla salute.

Ma... "Agire e pensare come tutti non è mai una garanzia e non è sempre una giustificazione"

Lo diceva la mia adorata Yourcenar, e ve lo ricordo volentieri io.

Pensateci su prima di mordere un hamburger o scolare una cocacola. Ragionate prima di affondare il cucchiaio nella Nutella e la mano nel pacco di merendine. Non dico di non farlo mai ma almeno che abbiate la consapevolezza del gesto e delle varie conseguenze, che se ne riconosca una eventuale dipendenza e nel caso, si chieda aiuto.


Buongiorno a voi Se siete riusciti a reggere l intero post... Vi auguro una colazione equilibrata e una giornata... CONSAPEVOLE


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