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Melatonina, oltre la buonanotte



La melatonina è universalmente nota come la molecola che regola il sonno, proprietà grazie alla quale risulta uno degli integratori più venduti e utilizzati al mondo. Seppure sia senz’altro dotata di questo effetto, è però riduttivo limitare la sua assunzione solo alle situazioni di insonnia (che peraltro tratta soprattutto quando si tratta di difficoltà all’addormentamento), perché in realtà fa molto altro, essendo un potentissimo antiossidante, un regolatore dei cicli ormonali e vitali, un antitumorale e un modulatore del sistema immunitario.


La melatonina è una molecola antichissima, presente fin dai primi organismi viventi, prodotta da una ghiandola chiamata epifisi o pineale, posta nel cranio all’altezza del “terzo occhio” o sesto chakra, che non a caso controlla sistema nervoso e ormonale e viene considerato dalla tradizione come la sede dell’intuizione. Cartesio la considerò il punto di incontro fra res cogitans e res extensa, ovvero fra mente e corpo, nella quale si creano i cosiddetti spiriti animali, che si muovono attraverso i nervi raggiungendo ogni punto dell’organismo; al di là di questa disastrosa separazione che tanto ha contribuito alla nascita della medicina meccanicistica, il filosofo francese le attribuisce comunque un’importanza straordinaria, poco riconosciuta fino a tempi recenti.


Fisiologicamente la melatonina è prodotta secondo un ritmo circadiano, con un picco massimo fra l’una e le tre del mattino, che crolla al sorgere del sole per favorire il risveglio. Ma la pineale non regola solo i ritmi del sonno, ma il ritmo della vita stessa: le pulsioni sessuali degli animali in primavera, quando l’aumento delle ore di luce la inibisce; il tempo delle migrazioni, del letargo e così via. Nel corpo umano può essere considerata il “direttore d’orchestra” di tutti i cicli ormonali, dalla pubertà alla menopausa. Il suo effetto è tale che in passato è stata proposta una pillola contraccettiva con 75 mg di melatonina, sorprendentemente efficace e ottimamente tollerata, in grado di bloccare l’ovulazione come gli estroprogestinici.

È stato inoltre dimostrato che il livello di melatonina notturno è direttamente collegato alla menopausa e che la sua somministrazione è in grado di rallentarne il corso, potendo anche attenuarne i disturbi; personalmente la associo molto spesso alla terapia ormonale bioidentica e non solo in funzione ipnoinducente.


La recente pandemia di SARS-CoV-2 ha poi contribuito ad affermare e rendere note a molti medici e pazienti altre straordinarie proprietà della melatonina. Oltre 140 lavori scientifici, infatti, hanno riportato la sua efficacia in questa infezione e parecchi colleghi l’hanno somministrata ad alti dosaggi in fase acuta, con eccellenti risultati.

La melatonina è in realtà primariamente un potente agente antiossidante: una sua molecola è in grado di annullare dieci fra radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (NOS), mentre per esempio la vitamina C riesce a contrastarne solo uno o due; possiede inoltre azione antinfiammatoria, fluidificante del sangue, immunomodulante, e un’attività diretta contro microrganismi patogeni, sia virali che batterici, in particolare gram negativi.


Nel sistema immunitario stimola la produzione di interleuchine antinfiammatorie (IL-10), controlla quelle proinfiammatorie come IL-6 e TNF-alfa, aumenta la risposta dei linfociti T helper, incrementa i livelli di glutatione, modula fattori di trascrizione quali NFkB (proinfiammatorio) e Nrf2 (regolatore della risposta antiossidante cellulare) e ha un effetto antinfiammatorio indiretto riducendo la produzione di acido nitrico.

La sua attività antiossidante e immunomodulante spiega la sua efficacia in funzione antitumorale, ben dimostrata da molti lavori e dall’esperienza del metodo Di Bella, di cui è componente fondamentale.


A livello cardiovascolare regola la pressione ematica, l’assetto lipidico, protegge dagli effetti negativi dello stress e dall’ossidazione del colesterolo, contribuendo a mantenere una buona efficienza cardiaca; regolando la produzione dell’ormone della crescita e del cortisolo, tende a normalizzare la glicemia e la resistenza insulinica e a controllare il diabete.


Ha inoltre azione chelante nei confronti dei metalli pesanti e protegge la funzionalità mitocondriale, fortemente compromessa nelle patologie croniche e con l’invecchiamento. In particolare, la melatonina è talmente importante per i mitocondri che essi la producono da soli nella maggior parte delle cellule, se non in tutte; secondo alcuni autori addirittura la melatonina prodotta dall’epifisi è solo il 5% di quella dell’organismo e rappresenta la quota circolante, mentre la parte extrapineale rimane in loco per contrastare gli effetti dello stress ossidativo.


Un’altra importante caratteristica della melatonina è di essere una molecola anfifilica, cioè contemporaneamente idro e liposolubile, cosa che la rende efficace sia per le membrane che per il compartimento intracellulare e le permette di attraversare facilmente la barriera ematoencefalica e raggiungere i neuroni e la glia; se il suo ruolo neuroprotettivo è ben documentato nel danno post traumatico, dove riduce l’edema cerebrale, la risposta infiammatoria, migliora la sopravvivenza neuronale e aumenta la neurogenesi, cominciano a comparire evidenze sperimentali che abbia un potenziale terapeutico anche in condizioni degenerative quali Alzheimer e Parkinson. In effetti, i dati indicano che la melatonina protegge il sistema nervoso da tutte le situazioni che deprimono la fisiologia mitocondriale, privando questi organelli dei substrati e dell’ossigeno necessari per il loro funzionamento ottimale.


Come utilizzarla?


A partire dai 40 anni i livelli di melatonina cominciano a decrescere in modo sensibile, tanto che negli anziani il picco di produzione notturna spesso scompare e non a caso l’insonnia diventa sempre più comune con l’età. Secondo gli studi del prof. Pierpaoli il fenomeno della ridotta attività dell’epifisi e quindi della minor secrezione di melatonina sarebbe addirittura una delle chiavi per interpretare il fenomeno dell’invecchiamento, tanto che nei suoi esperimenti i topi a cui veniva somministrata melatonina avevano un prolungamento della vita di circa il 20% rispetto a quelli che non la ricevevano. Al contrario, i topi esposti perennemente alla luce, nei quali quindi la produzione di melatonina era inibita, mostravano invecchiamento precoce e disfunzione del sistema immunitario.

Questo ci fa capire quanto le nostre abitudini di vita, la presenza di luce fino a notte inoltrata e soprattutto con frequenze luminose nello spettro del blu (ossia computer, schermi televisivi, telefonini e tablet), che bloccano la secrezione di melatonina, siano dannosi per la nostra salute e da correggere anche in funzione anti-aging; a maggior ragione perché ci sono studi che associano i campi elettromagnetici alla ridotta funzionalità della ghiandola pineale.

Russel Reiter, uno dei maggiori esperti al mondo sull’argomento, consiglia l’assunzione serale se si vuole influenzare il ritmo circadiano o il sonno, ma sostiene che se lo scopo è quello di contrastare i radicali liberi o un’infezione, il momento migliore è quello in cui si verifica la loro maggior produzione (per esempio subito dopo un ictus) e comunque va distribuita nell’arco della giornata, mantenendo sempre la dose più alta alla sera per evitare sonnolenza diurna.

Esiste un’ampia variabilità di dosaggi utilizzati dai vari autori, ma in generale se si assume per insonnia o jet-lag è sufficiente un quantitativo che riporti i valori ematici nel range fisiologico, ossia pochi milligrammi; se invece l’obiettivo è contrastare lo stress ossidativo, andrà somministrata in quantitativi farmacologici. La melatonina è priva di qualunque tossicità, tanto che nel metodo Di Bella è somministrata come antitumorale per via endovenosa fino a un grammo al giorno, mentre i dosaggi medi si aggirano intorno ai 20-40 mg per via orale. Tuttavia, non sempre è ben tollerata e può indurre stordimento, effetto paradosso con insonnia, mal di testa e altri effetti collaterali, in genere di lieve entità e che di solito scompaiono in pochi giorni, per cui è consigliabile partire da un basso quantitativo e poi aumentare gradualmente fino al raggiungimento del livello terapeutico.






Per approfondire consiglio:


Reiter RJ, Robinson J. Melatonin- breakthrough discoveries that can help you. Bantam Books 1996

Pierpaoli W. Universo melatonina. Gribaudo 2021

Reiter RJ, Sharma R, Simko F et al. Melatonin: highlighting its use as a potential treatment for SARS-CoV-2 infection. Cell. Mol. Life Sci. 79, 143 (2022).

Gancitano G, Reiter RJ. The Multiple Functions of Melatonin: Applications in the Military Setting. Biomedicines. 2022 Dec 21;11(1):5.

Tan D-X, Reiter RJ, Zimmerman S, Hardeland R. Melatonin: Both a Messenger of Darkness and a Participant in the Cellular Actions of Non-Visible Solar Radiation of Near Infrared Light. Biology. 2023; 12(1):89.

Di Bella G, Mascia F, Gualano L, Di Bella L. Melatonin anticancer effects: review. Int J Mol Sci. 2013 Jan 24;14(2):2410-30.



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