
Come ginecologa, ho affrontato la tematica delle infezioni genitali da Candida migliaia di volte, sempre spiegando che non è possibile risolverla senza modificare il terreno che ne favorisce la crescita e che assumere cronicamente pesantissimi antimicotici per via orale non solo non è efficace, ma induce un ulteriore danno al microbiota intestinale e quindi un peggioramento della disbiosi, oltre all’impatto sfavorevole sul fegato.
La Candida e il microbiota: un equilibrio fragile
Ma se vent’anni fa la maggior parte delle pazienti rimaneva allibita quando davo istruzioni per correggere in modo drastico l’alimentazione e riequilibrare pH e microbiota intestinale, ora quasi nessuna si stupisce più e, al contrario, è insolito trovare qualcuna che non abbia almeno sentito parlare di questo approccio. Insomma, la consapevolezza complessiva mi pare aumentata, credo più attraverso percorsi personali via internet, libri, naturopati, nutrizionisti e conversazioni fra amiche che per intervento della classe medica, ancora in massima parte legata al mondo farmaceutico chimico e allopatico. Questo non significa certo che sia diventato facile curarla, ma perlomeno che non si deve più affrontare una barriera di incredulità e vincere delle resistenze, dovute non solo alla fatica di dover cambiare alimentazione, ma anche alla diffidenza verso qualcosa che anni fa sembrava misterioso e stravagante.
Che cos'è la Candida
Credo comunque che sia utile fare un piccolo ripasso su una patologia dalla quale ben poche di noi sono state risparmiate in qualche momento della vita e che è banale solo in apparenza.
Partiamo dal fatto che non siamo entità isolate, ma dentro di noi convivono miliardi di microrganismi in un rapporto simbiotico, il cosiddetto microbiota, presente in ogni superficie del nostro corpo e di cui la Candida è elemento integrante.
In condizioni fisiologiche la Candida si presenta sotto forma di lievito, soprattutto nel colon destro e sulla cute, e svolge un ruolo ben preciso di digestione degli zuccheri semplici e in parte dell’amido. La Candida trasforma gli zuccheri complessi in CO2, acido acetico, alcool e acqua ed è interessante l’esistenza di una steatosi epatica alcolica legata all’eccesso di Candida.
La Candida Albicans, la specie più comune, nella forma di lievito è un saprofita, cioè commensale non patogeno, ma in particolari condizioni ambientali favorenti produce ife, che fanno aggregare le singole cellule in una struttura denominata micelio. La forma miceliale possiede pseudopodi, ossia una sorta di zampette, ed è quindi dotata di motilità, cosa che le consente di superare una barriera intestinale lesa e avere diffusione sistemica.
I miceli rilasciano fosfolipasi, un enzima che attacca le membrane cellulari della mucosa, generando radicali liberi e causando infiammazione ovunque essi si trovino.
Sono state identificate oltre 70 diverse micotossine che danneggiano tessuti e organi specifici e che possono anche competere con i siti recettoriali degli ormoni, causando o aggravando ipotiroidismo e altre patologie endocrine. Inoltre i miceli possono sequestrare cortisone, progesterone e altri ormoni per utilizzarli e determinando così veri e propri deficit.
Da notare: il danno di barriera non riguarda solo la barriera intestinale, ma anche quella placentare ed ematoencefalica, per cui c’è anche la possibilità di compromissione fetale e neurologica da Candida.
Quali sono le cause che possono portare a questa trasformazione?
In realtà sono molteplici, ma fra le più comuni possiamo ricordare:
- Infezioni virali che danneggiano la parete intestinale
- Antibiotici e cortisonici con vari meccanismi fra i quali sicuramente prevalgono quello del vuoto biologico, ossia un danno generalizzato del microbiota che porta a far emergere le specie più competitive, in genere patogene, e il cambio del quorum sensing, ossia della comunicazione a distanza fra batteri
- Immunosoppressori e chemioterapici
- Metalli pesanti che agiscono da attivatori della crescita
- Diete acidificanti (eccesso di cereali e proteine animali, cibo spazzatura, eccesso di latticini, bevande e succhi artificiali ecc)
- Glutine. Ricordiamo che c’è una importante similitudine antigenica fra glutine e Candida, tanto che una candidosi può essere il fattore scatenante della celiachia e che il glutine induce danno della parete intestinale che ne favorisce la diffusione sistemica
- Iperestrogenismo (gravidanza, terapie ormonali, obesità)
Molti sono i fattori favorenti: acidosi metabolica (latte, latticini, cereali, diete iperproteiche, stress- quest’ultimo agisce anche per immunosoppressione), zuccheri (la Candida si nutre di zucchero), sale (che facilita l’assorbimento degli zuccheri).
Spesso la sintomatologia della Candida è subdola e aspecifica, per via di una certa tolleranza che si instaura nell’organismo. Per esempio si può manifestare con:
- Depressione, disturbi dell’umore
- Disturbi del sonno per deficit di melatonina
- Ricerca di cibi dolci
- Ansia
- Debolezza profonda per produzione di neurotossine
- Rallentamento della crescita nei bambini
- Gonfiore addominale, sintomi di malattia infiammatoria intestinale per stimolo dei mastociti al rilascio di istamina, prostaglandine e altri mediatori infiammatori
- Anemia da malassorbimento di ferro
- Danno epatico da eccesso di produzione di alcool
- Alterato funzionamento del sistema immunitario per azione della gliotossina e per produzione di radicali liberi.
Una precisazione sulla neurotossicità della Candida: il deficit di serotonina può verificarsi per danneggiamento delle cellule produttrici a livello intestinale e questo a cascata comporta anche ridotta produzione di melatonina; inoltre la Candida produce tossine neurotossiche con azione diretta sul SNC, in particolare acetaldeide.
Ho la Candida?
La sintomatologia specifica è invece più facile da riconoscere e va dalle tipiche vaginiti, alle cistiti, al mughetto e alle micosi cutanee e ungueali.
Ricordo velocemente i principali metodi diagnostici utilizzati: semplici tamponi vaginali, urinocoltura, coprocoltura; gut screening (eseguibile in laboratori altamente specializzati), microscopia in campo oscuro, ricerca di anticorpi IgG anti Candida.
Esiste però anche un semplicissimo auto test che chiunque può eseguire comodamente a casa, cioè il test dello sputo. Al mattino appena alzate si sputa in un bicchiere d’acqua e si osserva cosa succede. Se è presente Candida, si possono notare filamenti o agglomerati che tendono a depositarsi sul fondo del bicchiere. Quanto più velocemente si manifestano questi fenomeni, tanto maggiore sarà l’entità del problema, mentre se la saliva galleggia semplicemente sulla superficie, è molto improbabile l’infezione. Questo perché la Candida, presente anche nel cavo orale, pesa di più delle goccioline di saliva e tende a scendere verso il fondo e a formare filamenti.
Un approccio integrato per riportare l’equilibrio
Veniamo ora alla terapia. Per le ragioni che ho già detto, non dobbiamo e non possiamo eradicarla, ma riportarla alla forma fisiologica di lievito, in equilibrio con il microbiota.
La parte del leone la fa ovviamente la dieta, che significa eliminazione completa degli zuccheri semplici, forte limitazione della frutta e dei cereali; eliminazione del glutine, dei latticini, dei lieviti, dei funghi; riduzione del sale.
È importante monitorare il pH ed eventualmente alcalinizzare se necessario, poiché come abbiamo visto la Candida si trasforma in forma miceliale in ambiente acido.
Per quanto riguarda il riequilibrio del microbiota, occorre utilizzare probiotici certificati e selezionati, in quantità adeguate e conservati correttamente nel rispetto della catena del freddo. Nonostante molte aziende produttrici assicurino di usare tecnologie che non lo richiedono, alcuni studi di laboratorio hanno dimostrato che la quantità di batteri vivi e utilizzabili si riduce drasticamente con l’aumentare della temperatura. Molto utile anche l’uso di prebiotici, ossia fibre e altri nutrienti del microbiota.
Esistono molti fitoterapici e integratori utilizzabili per trattare la candidosi intestinale, che vanno discussi con il terapeuta, ma ricordiamoci che nelle forme in cui c’è scarsa risposta o le recidive sono frequenti va considerato il possibile ruolo dei metalli pesanti e quindi può essere il caso di valutare la rimozione di amalgame dentali, l’applicazione di misure di protezione ambientale e il drenaggio, con vari presidi quali Enterosgel (da evitare in caso di stipsi), pectina modificata a basso PM, alga clorella, estratto di coriandolo, zeolite ad alto rapporto silicio/alluminio (ideale 6,5/1) ed altri.
Le muffe, alle quali la Candida appartiene, hanno elaborato nel corso della lunga relazione con gli organismi viventi varie strategie difensive, una delle quali è il biofilm, comunità di microrganismi in cui molecole di segnale consentono la comunicazione reciproca, denominata quorum sensing, la creazione di funzioni specializzate per determinate attività metaboliche e lo scambio di frammenti di DNA. La Candida vi si può trovare associata ad altri batteri, protozoi e funghi, tutti inglobati in una sostanza fatta di materiale che comprende DNA, proteine, lipidi e polisaccaridi, minerali e fibrina. Di fatto, il biofilm diventa una sorta di organismo unitario che consente ai singoli componenti di resistere meglio all’azione degli antibiotici, creando una barriera fisica contro di essi e in contemporanea fornendo un efficace scudo contro il sistema immunitario. La formazione del biofilm è favorita da una disfunzione cronica del sistema immunitario, ma ci sono anche evidenze che mostrano come la stessa antibioticoterapia ne aumenti la produzione, in un circolo vizioso che si automantiene.
Proprio per questa ragione è fondamentale il suo trattamento, ma fortunatamente esistono numerosi prodotti efficaci in questo senso. Una raccomandazione molto importante è di assumerli ad almeno un’ora di distanza da minerali e vitamine e dal cibo, che possono interferire con la loro azione.
- Enzimi che rompono e digeriscono il biofilm (Serrapeptasi, nattochinasi, lumbrochinasi, bromelina)
- Lattoferrina
- Xilitolo
- Olio di cocco o monolaurina hanno anche un effetto antimicrobico diretto e antinfiammatorio
- N-acetilcisteina (NAC) È un aminoacido con azione mucolitica e molti studi hanno dimostrato che è attivo contro il biofilm..
- EDTA Agente chelante che rimuove i minerali dalla superficie del biofilm e può aiutare nella sua dissoluzione, ma sottrae anche elementi essenziali dal resto del corpo, che quindi vanno integrati con attenzione.
- Estratto di foglie di stevia
- Estratto di semi di pompelmo
- Ossigeno e ossido nitrico, ozono sia sistemico endovenoso che trans rettale o vaginale
Infine, per riportare la Candida alla forma di lievito è molto efficace l’immunoisopatia con i prodotti della linea Sanum, che si basa su rimedi preparati da colture di microrganismi con metodica omeopatica.
Ultimo ma non per importanza: durante i processi di ripristino dell’eubiosi e soprattutto quando si eliminano grandi quantità di Candida si ha una grande produzione di scorie tossiche che devono essere eliminate dagli emuntori, in particolare fegato e rene.
È fondamentale quindi assumere grandi quantità di acqua e se necessario supportare il lavoro di questi organi con una appropriata detossificazione per evitare fastidiose reazioni sistemiche.
Paradossalmente, è più facile risolvere una malattia sessualmente trasmessa che un’infezione legata a disequilibri interni. Senza un adeguato trattamento delle cause che hanno portato ad una candidosi sintomatica, qualunque terapia si rivelerà sempre solo una toppa temporanea e difficilmente porterà a una vera guarigione: come sempre, ogni segnale che il nostro corpo ci manifesta è un messaggio che ci indica che stiamo percorrendo strade sbagliate e un invito a correggere rotta per il nostro benessere.
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