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Un'estate italiana

Come molti italiani succubi del covid-19, anche Roberto ed io, quest'estate, siamo rimasti in Italia. Per oltre vent'anni le nostre vacanze hanno spaziato dalla Mongolia a Bali passando, ovviamente per tutti i Paesi Arabi che amo!!! Tutte le volte che qualche amico ci raccontava delle bellezze italiane ci dicevamo "Vabbè, quando saremo vecchi visiteremo l'Italia". Beh, sembra giunto il momento, non che ci sentiamo vecchi, sia chiaro!!!

Comunque, di necessità virtù, abbiamo pianificato la nostra vacanza tutta Italiana, bellissima, bisogna proprio dirlo, l'Italia è un paese a dir poco magnifico, ma devo dissentire, almeno un po' sul fatto che si mangi bene. O meglio, sano! Certo, sul "mangiare sano" ognuno dice la sua: il vegano, il macrobiotico, il vegetariano, quello della paleo e l'altro della Zona. E infatti anch'io (o meglio noi, La Robby in prima linea) ho le mie idee. Non mangio carne dal 2008 e, in linea di massima cerco di evitare glutine e latticini. Ecco, in Italia è IMPOSSIBILE! Anche al mare è stato difficile trovare pesce, chiedere che fosse buono o cotto bene praticamente utopico! Le verdure? In ginocchio sui ceci sarebbe stata una penitenza meglio tollerabile.

Siamo partiti da Bologna e abbiamo attraversato la Penisola verso sud, diretti prima ad Arezzo e poi a Tivoli: colazione a base di croissant, yogurt magro 0,1%. In alternativa fette biscottate, burro, Nutella e succo di frutta. Pranzo saltato, sempre! A cena, un calvario. Dopo una settimana ero stremata! Ho iniziato a inviare messaggi a Gaetano che ci aspettava in Calabria, cercando in lui conforto e sperando in una dispensa da manuale: ghee, olio di cocco, cacao amaro, tahina, pesce fresco, niente glutine e tante, tante verdure.

Prima di arrivare al mare da Gaetano, abbiamo fatto una sosta in Abruzzo, idem come sopra: croissant, crostata (al posto delle fette biscottate) succo di frutta, pizza e tanta carne. Una sera, dopo svariate ricerche abbiamo trovato un agriturismo che pareva fare proprio al caso nostro. Prenoto, chiedo lumi e per cena eravamo lì, puntualissimi. Un ragazzo gentile ci porta il menù della serata e prima di darci il tempo di leggere dice "Poi abbiamo anche delle proposte alla carta". Sbircio velocemente il menù, Roberto fa lo stesso e contemporaneamente chiediamo "ehm, ci dici cos'hai alla carta, perché non mangiamo carne". In effetti le proposte andavano dal tagliere di salumi e formaggi agli arrosticini, passando per le tagliatelle al ragù di cinghiale. Il gentile cameriere, senza fare una piega risponde "Sì certo, allora potremmo avere una tagliata di.....". Esterefatti ci guardiamo ed entrambi pensiamo di aver sentito male. Allora Roberto ripete "mah, guarda, noi in verità, non mangiamo carne". Ho visto il sorriso del ragazzo spegnersi e la sua faccia accartocciarsi in una smorfia tra lo stupore e l'imbarazzo, non sapeva cosa dire, era senza fiato. Per venirgli in soccorso, scorro velocemente il menù nella speranza che mi fosse sfuggito qualcosa di commestibile e in effetti trovo "Gnocchi al ragù di zucchine", una piccola fiammella di speranza si accende in me e chiedo ragguagli. Niente da fare! Ragù stava proprio per ragù, o una variante dello stesso! Allora inizio ad elencare una serie di possibilità: riso in bianco, gnocchi al burro, gnocchi solo con olio, mi rovino, le tagliatelle in bianco. Macché il ragazzo sempre più affranto continuava a scuotere la testa senza sapere cosa offrirci. Disperata, ecco come descriverei la sua espressione. Ad un certo punto dico "Gnocchi al pomodoro, si possono fare?" A quel punto si è illuminato: "Al pomodoro? Al pomodoro andrebbero bene? Gnocchi al pomodoro sì, si può! Vi porto gli gnocchi al pomodoro?"

Ricordo una volta dall'Aldina a Modena dove a volte andavo a pranzo con Giovanna tra una lezione e l'altra, che stavano quasi per cacciarci dal ristorante: gnocchi al pomodoro? Va de retro Satana! Solo l'aver dichiarato le nostre venete origini ha fatto desistere la signora Aldina dall'invitarci ad uscire, ma lontano dall'essersi persuasa, se ne andò sboffonchiando "bah, contente voi!"

Tornando al povero cameriere, per quanto gli gnocchi al pomodoro non fossero esattamente la cena che mi aspettavo, ho accettato di buon grado per toglierlo dall'impasse. Ho chiesto però che ci portassero tutte le verdure che avevano. Che pena, per vedere l'insalata mi ci sarebbe voluta una lente: due foglie di lattuga e due striscioline di carote, cetrioli e fine!

Ma la tappa successiva era la Calabria a casa di Gaetano, lì sì avrei ritrovato la forma e il gusto di mangiare come piace a me!

Dopo esserci sistemati e dopo un'abbondante oretta di chiacchiere Gaetano prende il coraggio e con voce bassa e anche un po' cupa dice "vi devo dire una cosa, ma possiamo anche dire di no!", mette subito le mani avanti. "Cosa?" chiediamo in coro Roberto ed io. "La zia ci ha invitato a cena domenica sera". Beh, è vero che le cene in famiglia possono essere logoranti, ma se non è la tua di famiglia e la prendi come un'esperienza sociologica per studiare usi e costumi di un'altra Italia, allora... "Quale zia, quella delle freselle?" chiedo subito, memore dei racconti di Gaetano. "Sì, proprio lei". "E allora sì che andiamo a cena, figuriamoci". Sia chiaro, il mio interesse era tutto per la zia, non per le freselle!

Gaetano telefona per confermare e la conversazione è diventata un pezzo di storia:

- "Zia, allora domenica veniamo. Però, zia, i miei amici non mangiano carne"

Silenzio....

- "Mmmm, va bene, faccio le melanzane ripiene!"

- "E no zia, nelle melanzane ripiene c'è la carne no?"

- "Ahhhh è vero, che dici, faccio la pasta al forno allora?"

-" Ma zia, nella pasta al forno pure c'è la carne"

- "E vabbè, và! Ce ne metto poca poca, non se ne accorgono!"

Ovviamente abbiamo riso come pazzi, ma per fortuna Gaetano è stato perentorio e la zia, la pasta al forno non l'ha fatta, le melanzane ripiene invece sì! Devo però ammettere, in difesa della mitica zia, che la tavola era imbandita con verdure di tutti i tipi e tutte davvero buonissime. Non posso certo dire di essermi alzata da tavola con ancora un po' di fame.

L'ultima settimana di vacanza, ripercorsa nuovamente la Penisola questa volta in senso contrario, l'abbiamo trascorsa babysitterando nonni e la Creatura, che avvisata per tempo di dover trascorrere diversi giorni con la zia Stregehtta (oui c'est moi!), da subito ha iniziato a rispondere "Sì zia!" anche quando non era propriamente pertinente! Lo slalom era tra patatine fritte, gelato, ciambella, le pizze del nonno, i biscotti della nonna e gli sgarri del pedaziogogista che, per l'occasione, aveva assunto il ruolo del "poliziotto buono".

La chiosa dell'estate è stata quando una sera, dopo aver vietato ciambella e a seguire il gelato, la creatura un po' affranta, ma quasi contenta del suo succo al mirtillo, se n'è uscita con questa frase: "Zia, meno male che io e lo zio siamo normali, perché tu sei TROPPO SANA!". Non credo fosse un complimento, ma farò finta di sì! E dopo tanta astinenza da verdure, eccovi una ricetta super, super gustosa, sana e chetogenica! La Creatura non la mangerebbe neppure sotto tortura, invece il pedaziogogista ha apprezzato e accettato di essere un po' meno "normale"


Insalata estiva con ricotta di siero di capra

Ingredienti (per 2 persone)

100 radicchio variegato

100 insalata scarola

8 pomodorini

2 funghi prataioli freschissimi

1 avocado

1 mango

condimento ai semi di canapa e pomodorini secchi qb

olio evo

tamari

250 g di ricotta di siero di capra

Preparazione

Lavare tutte le verdure. Tagliare i pomodorini a dadini e affettare i funghi sottilmente. Pelare l’avocado e il mango. Tagliare l’avocado a spicchi e il mango a cubetti. Dividere l’insalata in due ciotole e porla al centro. Tutto intorno disporre i pomodorini, i funghi, l’avocado e il mango. Aggiungere la ricotta in un angolo o in cima all’insalata. Condire ogni ciotola con una spolverata di condimento ai semi di canapa e pomodorini secchi, un cucchiaio di tamari e olio evo.


Lucia Di Lucca

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